Non sapevo fare nulla: facevo il romano, e fare il romano era la mia passione. A Nizza, Parigi, all'Avana, al Messico, a New York, Buenos Aires, a Rio de Janeiro e nell'interno del Brasile, parlavo romano; cantavo li stornelli che nissuno, magari, li capiva, ma tutti li applaudivano. Un bel fenomeno. Allora mi convinsi che nascere romano era una concessione speciale di
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